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Ho conosciuto Alfredo Santella in autostrada, chiedeva
passaggi.Parlammo di streghe e di stramonio e diventammo amici.Era tornato
da poco dal Nepal ma non ne era "uscito";come avesse ancora
negli occhi le valli e il vento di quei ghiacci abitati da Dei. Mi parlò
del suo lavoro... C'è sempre molto cielo nei suoi quadri,la luce,
il sole creatore del chiaro del mondo e la notte madre del buio,atta a
concentrare,ad immergere nell'ombra le forme che allargano la vista,e
guidano l'occhio a leggere i colori. Lo spazio non è mai richiuso
anche quando cosi appare;la metafora della libertà prende corpo
e si libra in volo per restituire ai sensi, alla vita,ma soprattutto all'Arte,il
piacere di viaggiare.Quadri sereni,eleganti,ma anche pieni di eccitazione,che
trasmettono la musicalità che la Natura offre a chi sa amarla.
Francesco Cascioli - Roma 1986 |
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